Smart working ai tempi del corona virus

Smart-working e lavoro agile ai tempi del Corona Virus

In questo momento storico siamo al centro di forti cambiamenti. Personali, lavorativi, emotivi. Da molti anni si parla di lavoro agile o smart-working. A causa dell’emergenza COVID-19 anche il governo italiano si è pronunciato con il D.P.C.M. 1 marzo 2020che ha stabilito che “fino al luglio 2020 il lavoro agile può essere applicato dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato anche in assenza degli accordi individuali…”

Una grandissima novità… ma l’Italia è pronta?

Lavoro principalmente con Aziende e Scuole. Con la tecnologia (e sappiamo bene che non sempre la rete arriva ad una banda sufficiente da consentirlo…) in tanti si sono attivati per lavorare da remoto. Bisogna tuttavia affrontare un ulteriore scoglio: le istituzioni o gli Enti che, come tutti, non potevano prevedere questa situazione sono stati presi in contropiede.

Ed ecco che il rischio si concretizza con il blocco della formazione, anche quella on-line.

Abbiamo tutti gli strumenti per sfruttare in modo proattivo il tempo che improvvisamente abbiamo in abbondanza. Ne ho parlato con tanti colleghi e clienti. Ne ho parlato con amici che risiedono in diverse parti d’Italia. Alcune scuole sono state più veloci ad adattarsi al cambiamento, altre dopo settimane ancora dicono semplicemente agli allievi: “studiate da pagina 20 a pagina 40”. 

È allarmante. Spesso sottovaluto quanto io sia stata fortunata ad avvicinarmi alla tecnologia fin da bambina e quanto faccia parte semplicemente della mia vita quotidiana. Tanti miei coetanei sanno a mala pena utilizzare uno smartphone. 

Mi ha stupito assistere ad un webinar sulla formazione a distanza e sentire i docenti porre domande come: cosa è uno strumento di input? È possibile condividere lo schermo? Posso vedere gli studenti?

Il problema non è non sapere. È non informarsi su come poter lavorare lo stesso durante questa emergenza.

Una situazione simile è vissuta dalle aziende: dipendenti obbligati alle ferie o in casa integrazione, nel peggiore dei casi contratti in scadenza non rinnovati o licenziamenti. Sicuramente l’economia cambierà tantissimo nei prossimi mesi, forse anche nei prossimi anni. La formazione è sempre la prima soffrire in queste situazioni. 

Quali sono le prospettive? Difficile da dirsi e sicuramente ci sono persone molto più preparate di me per stilare ipotesi.

Ecco cosa abbiamo fatto io e miei colleghi: ci siamo attivati subito organizzando incontri quotidiani, dove ognuno mette a disposizione le proprie competenze su argomenti decisi insieme. Così restiamo in contatto, ci supportiamo, ci conosciamo meglio e nel frattempo impariamo!

Continuerò a mettere a disposizione la mia professionalità e le mie competenze, anche in ambito della formazione a distanza nell’attesa di uscire dalla quarantena!

Stay strong, un abbraccio virtuale!

Valentina 

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