RGB, CMYK, CMS, ICC…

Nell’ambito della mia professione di grafica, mi vengono spesso poste alcune domande, come ad esempio:

  • Devo convertire le immagini in CMYK prima della stampa?
  • Come gestire i caratteri tipografici?
  • Devo dare il file aperto alla tipografia per stampare?

COLORE

Chi mi conosce sa che ho dedicato e tuttora dedico moltissimo tempo alla scienza del colore, argomento che mi affascina e cattura, ed anche uno degli argomenti più complessi del lavoro grafico e di stampa.

Per rispondere alla prima domanda, proviamo a fare un ragionamento insieme partendo dalle basi:

  1. Il colore percepito dall’occhio umano è “solamente” quella parte dello spettro elettromagnetico compreso tra il rosso e il viola. Chiaramente questa è solo una piccola parte della storia del colore… il discorso è molto complesso e meravigliosamente intrigante, quindi se sei curioso, contattami!
  2. Quando la luce incontra un oggetto può comportarsi in modo diverso e possono avvenire delle transizioni elettroniche per le quali noi percepiamo delle sensazioni che chiamiamo con il nome dei colori.
  3. Quando, dopo aver scattato una fotografia, faccio una delle seguenti cose come guardarla a monitor, inserirla in un programma di grafica, preparare un file per la stampa e stamparlo, questo colore passa più volte ad essere percepito tramite la sintesi sottrattiva (pigmenti) o sintesi adattiva (luce proiettata).

Una volta chiarito questo aspetto, dobbiamo necessariamente essere consapevoli di queste trasformazioni per capire come si possa gestire correttamente il colore nella grafica e lavorare in modo professionale, rispettando gli standard internazionali di stampa.

Proseguiamo nel ragionamento…

Per gestione digitale del colore si intende il trattamento delle immagini che consente di mantenere il loro colore al fine di dare continuità allo stesso su qualunque periferica (monitor, stampante, macchina da stampa) attraverso un software detto CMS (Color Management System). Il CMS si applica in qualsiasi settore industriale: stampa tessile, ceramica, legno.

Il principio generale, comune alle varie tecnologie di gestione digitale del colore, consiste nell’assegnare ad ogni periferica (fotocamera, scanner, monitor, stampante) un cosiddetto profilo di colore che ne indica le caratteristiche cromatiche. I profili possono essere realizzati dai produttori (tramite una fase di calibrazione) oppure è l’utente stesso che provvede a crearli tramite appositi programmi e appositi strumenti (colorimetri e spettrofotometri).

Per riprodurre correttamente una immagine RGB o CMYK su monitor è necessario fare una conversione di colore dal profilo dell’immagine (origine) al profilo del monitor (destinazione) e per fare questa conversione è necessario che:

  • all’immagine RGB o CMYK sia associato un profilo ICC; tipicamente il profilo è incorporato all’immagine, alternativamente può essere assegnato dall’utente 
  • al monitor sia associato un profilo ICC, tipicamente memorizzato nel sistema operativo;
  • l’applicazione sia in grado di riconoscere (“onorare”) i due profili ICC (quello dell’immagine e quello del monitor) e di fare una conversione di colore dal profilo dell’immagine (origine) al profilo del monitor (destinazione) con un certo intento di rendering.

Questa conversione di colore, denominata compensazione monitor, si traduce nel fatto che l’applicazione non manda al monitor direttamente i numeri RGB o CMYK dell’immagine (nel primo caso perché i colori sarebbero diversi, nel secondo caso perché le modalità sono diverse), ma li manda solo dopo averli convertiti nel profilo del monitor, in modo che i colori rimangano uguali.

Quindi convertire immagini in base all’umore della giornata e usando degli automatismi, non è mai una buona idea!!! 🙂

Un altro passaggio fondamentale è la prestampa, cioè il complesso di operazioni che, partendo dall’originale, porta attraverso la progettazione grafica alla realizzazione di prematrici, matrici e forme di stampa.

La prestampa è molto importante per ridurre le eventuali problematiche, come lo schiacciamento del punto, il trapping, il moiré. Il cromista (o fotolitista come si chiamava una volta) controlla e gestisce il colore prima che arrivi alla stampa, al fine di avere certezza della resa finale.

Da qui ne consegue che la prova colore certificata con le misurazioni spettrofotometriche della stampa è essenziale. Sarà compito dello stampatore assicurarti che la stampa rispecchi quando da te visto ed approvato nella prova colore. Solo rispettando questo percorso possiamo essere sicuri di avere continuità di colore nel tempo (e nelle ristampe).

Al riguardo il sistema legislativo Fogra di stampa è chiaro e non lascia spazio ad interpretazioni. Lo si può trovare anche direttamente sul sito di Fogra: https://fogra.org/en/certification/offset-printing

Quindi come fare?

I problemi più comuni legati alla stampa sono i seguenti:

  1. Profilo colore
  2. Colori a tinta piatta
  3. Font
  4. Sfumature scalettate a fascia
  5. Abbondanze e rifili incorretti
  6. Linee troppo sottili
  7. Immagini non convertite
  8. Impostazioni di esportazione del pdf scorrette

In questo post non c’è abbastanza spazio per tenere un corso esaustivo, posso però elencare alcune indicazioni:

Cosa fare:

  • Avere fin dall’inizio chiaro l’intento del progetto che stiamo sviluppando
  • Convertire correttamente il file prima della creazione del pdf finale per la stampa
  • Confrontarsi sempre con il tipografo che ci darà delle indicazioni relative alle macchine da stampa, la tipologia della carta e l’assorbimento del colore, gli inchiostri (e i relativi Pantoni se necessari) per capire come si comporterà il colore sulla carta
  • Controllare i colori fuori gamma
  • Esportare in pdf con crocini, abbondanze e profili colore corretti
  • Utilizzare font incorporati e dotati di regolare licenza
  • Fare sempre un controllo di Prestampa e richiedere una cianografica di controllo

Cosa non fare:

  • Fare conversioni automatiche delle immagini 
  • Preparare un file per la stampa senza sapere chi lo stampa e con quali tecnologie
  • Utilizzare monitor non tarati per applicare correzioni colore
  • Convertire i font in tracciati
  • Fornire file aperti alla tipografia a meno che non ci siano accordi o esigenze specifiche
  • Pensare che la stampa digitale sia uguale a quella offset

Spero che questo lungo post sia stato utile a fare chiarezza nel complesso mondo della gestione del colore, e aiuti ad essere più consapevoli dell’importanza di usare correttamente gli strumenti che maneggiamo tutti i giorni nel nostro lavoro!