LETTERHEADS, A MAGAZINE ABOUT THE KEEPERS OF OUR CRAFT

I momenti, quelli belli, in cui decidi di andare a trovare un carissimo amico e artista (Blaster, Ettore Callegaro) e ti ritrovi a chiacchierare di arte e cultura. Vedere le sue ultime opere è sempre d’ispirazione! Poi a discorrere di arte, viaggi, culture e, in un attimo, Ettore rispolvera le riviste arrivate dall’America, il suo abbonamento a

LETTERHEADS, A MAGAZINE ABOUT THE KEEPERS OF OUR CRAFT

(PS: titolo ADORABILE!)

Una rivista periodica degli anni ’90 che raccoglieva le migliori creazioni di artisti del lettering, calligrafi ed esperti nell’arte di decorare con il pennello. Tutte realizzazioni diverse, tutte speciali, ognuna con le sue particolarità. Altro che font scaricato da internet che trovi uguale nel depliant della farmacia, nel menu del ristorante e nel foglietto che ti lasciano sul parabrezza!

Chi mi conosce bene, potrà sicuramente immaginare come si siano illuminati i miei occhi 🙂

E così via a parlare di carta stampata mentre sfogliamo divertiti le riviste, ridendo quando ci accorgiamo del parallelismo con tutte le insegne dei “Barber Shops” che negli ultimi anni nascono come funghi ad ogni angolo di strada.

Nonostante io sia abituata ad usare un computer da quando avevo 9 anni, la carta stampata ha un fascino che il digitale ancora non eguaglia. C’è qualcosa di intimo, trascendentale, forse qualche processo neuronale che ancora il digitale non è riuscito a raggiungere. Ieri ho capito che queste sensazioni sono condivise con molte persone della mia età (o epoca come direbbero Baby boomers, generazioni X e Y, Millennials).

Malgrado la grandissima diffusione delle informazioni grazie anche al web, la cultura estetica ed artistica negli ultimi anni è collassata a favore dell’omologazione globale di canoni. Avere molte informazioni a disposizione ha appiattito invece di arricchire. Abbiamo dis-imparato piuttosto che valorizzato la nostra storia artistica invidiata dal resto del mondo.

Sicuramente l’ho già scritto altre volte, ma il confronto con altre persone e forme d’arte diverse da quella a me affine, è sicuramente l’attività che mi ha fatto crescere di più sul profilo artistico e umano. Ieri ad esempio ho imparato un utilizzo diverso della cementite 🙂

Essere curiosa, sperimentare, dedicare del tempo ad una chiacchierata con un caro amico è tempo investito bene. Libera la mente ed apre la strada a nuove idee. Così poi tornata in studio ho riguardato la mia collezione di Computer Arts. Quanto ore dedicate a sperimentare, curiosare, ammirare gli artisti che hanno posto le basi del graphic design! Anche questo fa parte della mia formazione, che cerco di trasmettere ai miei corsisti.

Dopo queste righe tra chiacchiere e ricordi è tempo di mettere la testa sul presente… Buon lavoro!

 

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